Ombre

La consapevolezza cambia tutto,
e a volte non basta.
Come le varie ombre
dei quattro lampioni che illuminano
la mia strada verso casa,
che si incontrano ai miei piedi.
E’ come se l’ombra invece di partire dai miei piedi,
partisse dalla testa, e tutte e quattro si rincongiungessero ai miei piedi.
Ma qual è l’ombra della mia vera testa?
Da quale direzione proviene la mia vera ombra?
Quale ombra seguirò per il mio prossimo passo?
Domande futili con risposte inutili.
Tanto alla fine sorge il Sole e i lampioni si spengono,
di ombra ne rimane una sola,
che rimpicciolisce fino a mezzogiorno,
per poi reingigantirsi fino a sera.

Tanto alla fine i lampioni si spengono,
di ombra non ne rimarrà nessuna,
e delle quattro opzioni,
una sola sarà stata quella giusta.
Quella di muoverti con i tuoi piedi,
anche se spaventato dalla tua stessa ombra.
Muoviti, scappa se preferisci.
Improvvisa, non c’è un pubblico da stupire.
Recitare non mi è mai piaciuto.
Alla fine trova un letto. Uno qualsiasi. Dover dormire qualche ora,
prima che il Sole cancelli le tue ombre,
prima che le tue ombre reinizino a danzarti intorno,
inquietandoti e tormentandoti.

2 thoughts on “Ombre

  1. Recitare non mi è mai piaciuto.

    mi serviva per inserire in modo staccato dal corpo principale una osservazione che non c’entrava e che spezzava il discorso. Una specie di “parentesi” creativa.
    Gli altri due sono lì perché il Sole mi dava una idea di “speranza” che però non c’entrava con il tono che volevo dare. Dato che cerco di non cancellare mai una immagine – lo faccio anche quando parlo, finendo a fare giri di parole per non omettere un piccolo dettaglio, perdendomi nei discorsi, come sto facendo ora – le ho inserite lo stesso con questo espediente. L’effetto sperato è quello proprio di una sensazione di “speranza cancellata”.

  2. Posso chiederti cosa vogliono simboleggiare le scritte cancellate?

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