Identità

Lo straniero si ferma sulla soglia della terza guerra mondiale.
Su quella soglia osserva gli abitanti di quel mondo a cui lui non appartiene.
Ciascuno di loro sta pulendo la sua arma, con meticolosa attenzione.
Ognuno chino sulla propria arma, nella propria stanza, come se gli altri non esistessero.
Lo straniero non riesce a capire: lui porta in se le differenzere che uniscono come un filo rosso tutti questi futuri martiri.

La società, effimera scatola in cui ci confortiamo, é scossa.

É allora che tanti si aggrappano, in cerca di un qualcosa che li definisca, li rimetta a posto, gli rimbocchi le coperte e gli canti una ninna nanna per tornare a far dormire la ragione, svegliata dalla scossa.

Si aggrappano, insicure e viscide sanguisughe, al bordo della scatola. Il rischio é di romperla, la speranza é una contro-riforma. Rispolverare la vecchia scatola, e andare tutti quanti a dormire là dentro, come sardine ben ordinate sotto uno strato di olio rancido (o ricino?)

Fanculo le scatole, le nazioni, le religioni, le bandiere, la paura e l’identità! Sono nato fuori dalle scatole – forse per questo mi piace tanto romperle? Ho imparato a convivere con la paura e con l’insicurezza. Paura e insicurezza, che come due carcerieri torturano la ragione: la privano del sonno. Non esistono buoni e cattivi, non é così semplice. I carcerieri torturano, i carcerieri sono mostri. I carcerieri sono i mostri che tengono sveglia la ragione per cacciarli.

Al buio tutti i gatti sono neri. Nell’insicurezza tutti gli uomini sono uguali. Le scatole si frantumano, i loro contenuti si mescolano. Contaminazione.

Tu non sei il contenuto della scatola in cui ti sei chiuso. Tu non sei la tua identità. La tua cultura non esiste, é una prigione in cui ti chiudi. Liberati dalla tua scatola, scivola tra gli aggettivi, sii te stesso.

El_sueño_de_la_razón_produce_monstruos

Il sonno della ragione genera mostri. La paura di se stessi genera l’identità, rassicurante fardello sotto cui schiacciare l’esistenza.