Questa è la domanda che dovrei farti, perché sono convinto di essere una perdita di tempo.
E che valore do, io, al tempo?
Non ogni istante ha lo stesso valore, non ogni momento conta.
Qual è il momento più prezioso che custodisco?
Non ho risposte, come sempre solo domande.
E si, a volte le domande sono più divertenti, un mondo fatto di risposte è un mondo fermo e finito.
Invece il mondo è in caduta libera, e vorrei essere seduto su un calcinaccio che crolla e riuscire a stare calmo, come un monaco tibetano che si immola senza muoversi.
Per esprimermi ho bisogno di sedermi e scrivere, non so (più) parlare, e non mi ricordo quando ho disimparato.
Come sempre sto qui a guardare quello che mi succede,
non provo a comandare il guscio di noce su cui navigo, lo lascio andare.
Osservo l’acqua scura su cui galleggio, e basta un riflesso, un piccolo epsilon, o un verso di una canzone per farmi tornare la malinconia.
Ma anche in questo caso non provo a comandare, piuttosto lascio andare.
Chissà a chi lascio il comando così, chiunque sia il capitano, che si fotta, non mi interessa. Tanto quello che voglio riuscirei a farlo lo stesso, anche se questo stupido guscio di noce andasse a fondo.
Il prezzo da pagare sta nel piacere che non posso provare.
Continuo a navigare, ripensando a tutte le volte che ho sabotato la mia stessa piccola noce, senza un perché, o forse solo perché anche il non sabotarla non aveva e non ha un perché. Continuo a navigare e censurare, passa tutto, passerà anche quest’acqua scura che mi scorre sotto.
I took a walk around the world to
Ease my troubled mind
I left my body lying somewhere In the sands of time
I watched the world float to the dark
Side of the moon I feel there is nothing I can do, yeah
I watched the world float to the
Dark side of the moon After all I knew it had to be something To do with you I really don’t mind what happens now and then As long as you’ll be my friend at the end
If I go crazy then will you still
Call me Superman
If I’m alive and well, will you be
There holding my hand
I’ll keep you by my side with
My superhuman might
Kryptonite
You called me strong, you called me weak But still your secrets I will keep You took for granted all the times I Never let you down You stumbled in and bumped your head, if Not for me then you’d be dead I picked you up and put you back On solid ground
If I go crazy then will you still
Call me Superman
If I’m alive and well, will you be
There holding my hand
I’ll keep you by my side with
My superhuman might
Kryptonite
Oh whoa whoa
If I go crazy then will you still
Call me Superman
If I’m alive and well, will you be
There holding my hand
I’ll keep you by my side with
My superhuman might
Kryptonite
If I go crazy then will you still
Call me Superman
If I’m alive and well, will you be
There holding my hand
I’ll keep you by my side with
My superhuman might
Kryptonite
Little Tokio, Chinatown, El Pueblo…
Segregato coi tuoi simili, ma l’unica persona simile a me sono io
(e neanche sempre).
Questa segregazione ricorda la solitudine: non si capisce se è scelta o imposta.
Qual è il confine?
Fin quanto è lecito isolarsi?
Per accorgermi che forse non lo è sempre sono dovuto arrivare dall’altra parte del mondo.
Le esperienze non si possono condividere, eppure condividendole si schiudono, come un fiore.
Sempre che il fiore non venga calpestato da una compagnia dis(ada/tra)tta.
Volevo scrivere qualcosa riguardo alla solitudine, questo è il massimo che mi è venuto…
Ci sono concetti che non necessitano di essere formalizzati. (Ho perso l’abitudine di accettare un concetto non formalizzato, ma questo è un limite).
L’amicizia è uno di questi concetti, che possono essere descritti solo mediante immagini parziali, flash che svelano e travisano contemporaneamente. Forse perché non so cos’è, ma è bello inserire il piacere della scoperta anche in una cosa così quotidiana.
Quotidiana come la colazione. E non tutte le colazioni sono uguali. Una colazione al bar, dopo una serata con amici di lunga data, la strada fino alla fermata insieme, chiacchierando…questa è l’amicizia, che se è vera non richiede sforzo.
E’ naturale, come la fame la mattina. E se è naturale tutto si può dire, anche le cose che non riesci neanche a pensare.
E anche se ci rivedremo tra 3 mesi, o tra 3 anni, so che sarà come se ci fossimo visti ieri.
Forse non so cos’è l’amicizia, ma non sento il bisogno di saperlo, finché ci saranno cene e colazioni in compagnia vostra.